L’idea di base di questo progetto era avere una foto cupa con un albero umanizzato che guarda l’osservatore davanti a lui. Il sentimento che mi ha ispirato è comunicare sofferenza e desolazione, con la voglia di mandare un monito a chi può fare qualcosa nell’ambito delle proprie possibilità. Gli alberi sono nel loro colore naturale mentre tutto ciò che gli sta intorno è palesemente falsato, con abbondanza di tinte viole e gialle nel cielo e nella terra, a significare un ambiente malsano e innaturale. Ho lasciato, a volte ricercato, elementi di disturbo visivo tipo orizzonti/linee storte date dal grandangolo spinto con conseguenti deformazioni ovvero alberi non centrati con elementi di pieno e vuoto sbilanciati ai loro fianchi. Ho ridotto la visibilità degli occhi per far sì che ci si accorgesse solo dopo un po’ di essere osservati e, ricercando istintivamente altri occhi nei pannelli vicini e trovandoli, provare un certo senso di disagio. E gli occhi sono tristi o seri. Gli alberi sono lì, fermi: non possono volare via, solo guardare chi ha causato questo e sperare che lo stesso vi ponga rimedio.
I colori violenti che ho utilizzato non mi appartengono: amo infatti tonalità più morbide e delicate, quindi io ero davvero disturbato da quanto risultava per mantenere l’idea che volevo trasmettere!
Buona visione, anche se in realtà siete voi l’oggetto dell’osservazione…
Luca Zampini