PROGETTO “ABBRACCI. Il richiamo degli alberi”
Stampe Fine Art di Luca Zampini
“Luca guarda quella corteccia. Lo vedi quanto è bella?”. Avrò avuto 5 o 6 anni. Sì, credo sia iniziato tutto da lì…
E del resto, amo gli alberi sin da quando ero bambino. Spesso mi ci arrampicavo sopra e giocavo tra le fronde.
MA COS’E’ “ABBRACCI. Il richiamo degli alberi” ?
Per me è un progetto di vita non finalizzato a realizzare mostre.
È un’emozione che non riesco a frenare, che continuerà finché avrò la possibilità di cercare nuovi alberi
ALBERI MONUMENTALI?
Non solo. A volte li cerco negli elenchi degli “alberi monumentali” o mi lascio guidare da foto viste nel Web.
Ma spesso li incontro per caso, mentre viaggio.
Questi ultimi – “i trovatelli” – così mi piace chiamarli, possono essere alberi apparentemente insignificanti, perché non particolarmente vecchi o importanti per portamento, storia o locazione. Ma per me sono unici
ALBERI MONUMENTALI?
Non solo. A volte li cerco negli elenchi degli “alberi monumentali” o mi lascio guidare da foto viste nel Web.
Ma spesso li incontro per caso, mentre viaggio.
Questi ultimi – “i trovatelli” – così mi piace chiamarli, possono essere alberi apparentemente insignificanti, perché non particolarmente vecchi o importanti per portamento, storia o locazione. Ma per me sono unici
UN ABBRACCIO SPECIALE
Posso percorrere centinaia di chilometri per trovare un albero monumentale, ma non sempre poi provo il desiderio di abbracciarlo.
Gli alberi mi piacciono tutti, ma solo per alcuni percepisco qualcosa di così forte da non resistere al loro richiamo.
Sento la loro energia, provo emozioni indescrivibili. Sono rapito come per incanto, è una Magia…
NON SEMPRE
Sono selettivo, non riesco a fotografare alberi che sento soffrire: gli alberi di città, ad esempio, perché non sono liberi, oppure gli alberi dei boschi, perché non riesco a percepire la loro individualità
NON SEMPRE
Sono selettivo, non riesco a fotografare alberi che sento soffrire: gli alberi di città, ad esempio, perché non sono liberi, oppure gli alberi dei boschi, perché non riesco a percepire la loro individualità
L’effetto finale che ne deriva mi piace:
mettere in rilievo contemporaneamente parti nitide e altre totalmente rarefatte, mi consente di offrire al lettore la possibilità di vedere nell’opera cose che io non avevo notato.
Lo lascio libero di spaziare oltre i limiti della foto tradizionale, che può essere tecnicamente perfetta, ma è e rimane solo descrittiva.
L’IDEA
L’idea fondamentale del mio lavoro è tradurre in fotografia i sentimenti che provo.
Non desidero solo riprodurre un’immagine reale. Ho impiegato tanto tempo per capirlo, ma ora sono certo che tutto ciò abbia un senso.
L’IDEA
L’idea fondamentale del mio lavoro è tradurre in fotografia i sentimenti che provo.
Non desidero solo riprodurre un’immagine reale.
Ho impiegato tanto tempo per capirlo, ma ora sono certo che tutto ciò abbia un senso.

Oggi posso dire che ogni mio albero è una storia
e che ho creato con lui un legame speciale
—-
Luca Zampini
In sintesi, questi sono i 5 punti fondamentali del dialogo mentale che avvio con gli alberi, le chiavi per arrivare all’abbraccio:
SCOPRI QUALI
- Sono qui per te!
– Con quest’affermazione, desidero rassicurare l’albero e fargli comprendere che l’amore che provo per lui è la “luce” con cui lo fotograferò. Avere delle “luci bruciate”, come si dice in fotografia, è considerato un errore. A me non interessa. Quasi mai nelle mie foto ci sono dei “neri pieni”.
- Desidero avvicinarmi a te e starti accanto!
– Penso a quante volte nella mia vita ho scattato foto da lontano, magari seduto in auto perché pioveva o faceva freddo, e non mi avvicinavo. Oggi, riguardando quelle foto, ho capito che restare lontano era un controsenso, perché non mi consentiva di entrare in contatto con l’albero. Ora, faccio scatti in avvicinamento e il mio sentimento prende corpo in semitrasparenza intorno alla chioma.
- Desidero stare più tempo con te!
– In contrasto con le foto fatte in precedenza, gli scatti frettolosi non m’interessano più. Stare più tempo con l’albero senza fotografarlo è diventata una necessità meravigliosa e inderogabile per entrare in sintonia e instaurare così un rapporto empatico. Trascorrere il tempo in sua compagnia mi rigenera e mi dà una carica enorme. Quando mi allontano, mi volto per guardarlo ancora una volta e provo la soddisfazione di avergli prestato l’attenzione che merita.
- Vorrei proteggerti!
– Ho impiegato molto tempo per capire come raggiungere questo scopo con la fotografia. Alla fine, mi sono reso conto che potevo farlo muovendomi attorno all’albero e scattandogli foto solo quando il transfert affettivo avesse raggiunto l’apice. In quell’attimo, nella mia mente il processo creativo dà forma all’immagine finale. Modifico poco prima della stampa.
Tuttora, è come se, così facendo, lo avvolgessi in una coltre d’amore e potessi veramente proteggerlo.
- Desidero abbracciarti!
– Abbraccio fisicamente l’albero e, contemporaneamente, fisso l’attimo inquadrando la corteccia e le fronde in controluce. Questi scatti, sovrapposti, affioreranno nelle parti più chiare dell’immagine finale.
Ho un unico autoscatto in cui mi sono ripreso.